TWO LOVERS
Con Gwyneth Paltrow, Joaquin Phoenix, Vinessa Shaw, Isabella Rossellini, Elias Koteas.
Drammatico, durata 100 min. – USA 2008. – Bim. Uscita: venerdì 27 marzo 2009.
VOTO: 8
Leonard (un Joaquin Phoenix eccelso nella sua cronica malinconia) vive a Brooklyn, sotto lo stesso tetto dei genitori ebrei. Spesso soffocato da troppe attenzioni, nonostante l’età matura, è spiato da sotto la porta della camera da letto da una madre (Isabella Rossellini) apprensiva ma comprensiva. Talvolta costretto a uscire di casa di soppiatto per respirare e per non dover rispondere a domande inquisitorie, cerca di togliersi di dosso il peso della responsabilità di alcune scelte sbagliate e illusorie.
Tra amori difformi, romanticismi fugati da un seno fintamente materno, esibito come ultimo e disperato richiamo a calmare il senso di solitudine, James Gray ha prodotto, scritto e diretto un denso dramma sentimentale che apprezzo molto e a cui concedo una fede quasi senza riserve. L’insicurezza, all’apparenza banale, nello scegliere tra la stabilità e il consenso per la tenera Sandra, e la folle incostanza unita all’irresponsabilità dell’eccentrica e lunatica Michelle (una recuperata Gwyneth Paltrow), pesa sull’animo del protagonista come un’invalicabile dilemma.
La lotta alla depressione e alla tristezza dell’ultratrentenne Leonard, costantemente tentato dal suicidio e interessato alla fotografia di luoghi senza persone, si concilia con uno sguardo registico classico e dolente. Una prospettiva che mira alla gravità della consuetudine familiare, all’inidoneità di qualsiasi sfumatura sarcastica, all’attitudine al tormento e ai continui cambi di prospettiva, inseriti sempre e comunque in un ambiente compresso e tedioso, marcato da un panorama newyorkese freddo e fosco.
“Two lovers” è un racconto intimista che ci parla dell’ingarbugliata complessità nel mettere ordine alle proprie emozioni. Il richiamo ortodosso di “operine” quali “Tutti insieme appassionatamente” e il “Benny Hill Show” suona tanto superato quanto toccante, indispensabile e autentico. Un’abdicazione verso gli slanci viscerali dell’Opera musicale schietta che ha il sapore della tutela e della conservazione.
Fiuhhh…credevo fosse un bidone dal trailer, ma se tu confermi qualcosa di positivo posso anche guardarlo.
20 settembre 2010 alle 08:18
Te lo consiglio. Vedo che non a tutti è piaciuto, ma credo che meriti almeno una visione 😉
20 settembre 2010 alle 08:35
L’ Amore salvifica? Forse, ma spesso non basta…opera di una melanconia a tratti insopportabile se ne esce tristi e rabbuiati e dopo aver pagato il biglietto non è bello….
20 settembre 2010 alle 15:37
Non tutte le emozioni vissute al cinema sono rassicuranti.
E le promesse di questo film non erano certo tendenti al glamour…
In ogni caso a me non ha lasciato particolarmente male: sarà perchè sono un maniaco depressivo, ma credo di aver visto (e apprezzato) opere ben più dolorose.
20 settembre 2010 alle 23:38
River Phoenix soltanto “musicale”? In bocca al lupo a lui.
10 novembre 2010 alle 19:08
River Phoenix è morto, Calogero.
E poi, sinceramente, non ho capito il tuo commento. A cosa ti riferisci quando dici “soltanto musicale”, con tanto di augurio porta fortuna?
10 novembre 2010 alle 21:11